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La Brexit non spaventa il calcio europeo che, con i suoi oltre 28 miliardi di giro d’affari, difficilmente verrà lasciato alla mercé di una uscita senza accordo. Le preoccupazioni, piuttosto, sono altre, a partire dalla mancata pianificazione patrimoniale della figura del calciatore
In Europa, il rischio di indigenza per i calciatori è del 40% dopo 5 anni dal ritiro sportivo (nel 60% dei casi in Regno Unito). A rivelarlo, la ricerca Lombard International Assurance del 2019. In un momento delicato per il Vecchio Continente, tra una Brexit e un Recovery fund, anche il calcio europeo cerca di guardare avanti, iniziando proprio dalla questione patrimoniale. Se n’è parlato nel corso dell’evento “L’impatto della Brexit sull’Industria Calcio Italiana” organizzato lo scorso 15 luglio in collaborazione con lo Studio Belluzzo International Partners.
Il problema degli sportivi professionisti è noto: carriera breve, cambio di domicilio ogni 2/3 anni, perdita dei propri punti di riferimento. Come sottolineato da Stefano Carpi, Branch manager per l’Italia di Lombard International Assurance, “con il successo aumenta anche il tenore di vita e il conseguente rischio patrimoniale”. Il forte bisogno di pianificazione può essere strutturato osservando alcune regole chiave: “farlo per tempo e adottare una strategia di lungo termine, tramite la scelta di soluzioni semplici e non articolate”, capaci di adattarsi alle diverse esigenze nel tempo.
Da dove parte il ragionamento di un calciatore
“Quando si fa una scelta di residenza, non è solo la parte fiscale che conta, ma tanti altri elementi quali la famiglia, la casa e il patrimonio in generale” ha argomentato Alessandro Umberto Belluzzo, Managing partner di Belluzzo International Partners & Founder di Trust & Wealth. Per non perdere di vista il punto della propria condizione, “la visione delle cose deve essere a 360 gradi”. A tal proposito, l’Italia rappresenta una meta interessante per i giocatori esteri.
Tra le norme che sorridono ai calciatori, quella dei neo-residenti, introdotta nel 2017 (art. 24-bis Tuir), prevede una flat tax da 100 mila euro l’anno ad atleta (e 25 mila euro per i familiari), esentando il soggetto dal pagamento delle imposte per redditi esteri. La norma ha fatto al caso del Pallone d’oro approdato alla Juventus nell’anno 2018, che ha potuto liberamente introdurre e spendere in Italia i redditi e tutto il patrimonio estero senza esborsi aggiuntivi (diversamente da quanto accade col regime fiscale inglese, che non prevede la remissione nel caso di entrata di redditi esteri sul territorio inglese).
Una seconda disposizione riguarda il regime agevolato per i lavoratori rimpatriati, regola inizialmente rivolta ai soli “cervelli” e poi estesa a tutti i lavoratori, compresi i giocatori di calcio (sportivi professionisti). La norma prevede il rientro del capitale umano con agevolazioni importanti, pari al 70-90% sui redditi del soggetto di natura italiana. Per gli sportivi tale riduzione fiscale è limitata al 50% (per i 5 anni futuri, salvo che in precedenza non abbiano abitato in territorio italiano).
La normativa sulla flat tax (con vantaggio diretto a persona fisica e famiglia) e quella sul rientro del capitale umano (con un ritorno anche sul club e sulla società ingaggiante) non sono cumulabili ed una esclude l’altra.
Pianificazione sia fiscale, che patrimoniale
Lasciate da parte le agevolazioni fiscali, da dove può partire un calciatore per pianificare il proprio patrimonio? “Le polizze di private insurance sono uno strumento flessibile, personalizzabile, che offre la possibilità di utilizzare più gestori e più banche depositarie” ha spiegato Stefano Carpi. “La polizza si adatta facilmente alla vita del cliente, che ha, tra le altre, la possibilità di cambiare i beneficiari della stessa, nonché la possibilità di associarle altri strumenti di gestione patrimoniale (primo tra tutti, il trust).
Tra i benefici per il soggetto sottoscrittore, una protezione del patrimonio a tre livelli: giuridico, grazie all’accordo di banca depositaria, trilaterale con l’organo di vigilanza; civilistico, ex art 1923 del codice civile; assicurativo, offrendo garanzia del capitale in caso di premorienza. La polizza permette inoltre l’ottimizzazione fiscale (differimento delle imposte sui redditi e dell’imposta di bollo dello 0,2% annuo al momento del riscatto o della successione) e la pianificazione successoria (gli strumenti sono fuori all’asse ereditario).
Private insurance: soluzione a prova di calciatore
Per comprendere nel dettaglio i benefici di una polizza di private insurance sui calciatori, ha proseguito l’esperto di Lombard International Assurance, si proceda con un esempio: se un calciatore internazionale decidesse, dopo un’esperienza in Italia, di sottoscrivere una polizza vita lussemburghese prima di spostarsi verso un team francese, il differimento dei capital gain continuerebbe ad operare anche in Francia, mantenendo lo stesso strumento, gli stessi gestori e le stesse banche.
Se questi dovesse poi spostarsi, approdando nel campionato di Premier League, anche in tal caso la polizza eviterebbe il pagamento della exit tax prevista dalla Francia, e continuerebbe a operare il differimento fiscale.
Ancora, con un nuovo cambio di panchina oltre Oceano, una polizza con soluzione UK-US dual-compliant permetterebbe al calciatore di risiedere per 1 o 2 anni negli Usa beneficiando di una semplificazione fiscale e del differimento (considerato in America una variable annuity).
Infine, qualora il professionista scegliesse di terminare la propria carriera (e il prosieguo della vita) in un paese Nordico, anche in tal caso, una polizza di private insurance ramo III, nell’eventualità di una premorienza, permetterebbe agli eredi di ricevere l’eredità in completa esenzione di imposta di successione e completa esenzione di capital gain.
Pianificazione patrimoniale, calcio e Brexit
Oggi più che mai, l’Italia ha varie opportunità che possono essere colte: club di livello europeo e mondiale che attraggono campioni e investitori da diverse parti del mondo; benefici fiscali da applicare al mondo sport e calcio (flat tax di 100k euro); player internazionali capaci di pianificare il patrimonio dell’atleta, permettendogli di muoversi liberamente senza il pensiero dell’ottimizzazione fiscale e successoria, a prescindere dalla Brexit.