Editorial: Analisi 2023

Il pendolo della finanza mostra alcuni tratti ricorrenti. Gli anni più difficili, quelli in cui le performance sono più negative, quasi sempre preparano rimbalzi vigorosi. Ne era convinto uno dei padri nobili del risparmio italiano, il fondatore di Mediolanum Ennio Doris, che sempre invitava i propri clienti ad investire proprio all’indomani di una brusca caduta dei listini. Non tutti lo fanno però, e perdono opportunità.

 

Nel comparto delle polizze unit-linked, il più esposto all’andamento dei mercati finanziari, ci troviamo oggi in una situazione simile. Nel 2022 i mercati obbligazionari e azionari avevano perso terreno, recependo immediatamente gli effetti della guerra in Ucraina e del terremoto geopolitico che ne è derivato. Nel 2023, con le contromisure adottate nei paesi occidentali, soprattutto sul fronte della politica energetica, i gestori finanziari attendevano un rimbalzo. Invece, inutile girarci attorno, è stato un anno molto complicato per l’industria del risparmio con una raccolta in significativa diminuzione.

Le performance finanziarie, in verità, non hanno tradito le attese. Il rendimento interno cumulato dei fondi azionari collegati alle polizze unit-linked - mostra la tabella contenuta nel report appena pubblicato dall’Ania - ha registrato un ritorno positivo dell’8,06% con un effervescente +26,49% dei fondi azionari Italia e un +14,93% degli azionari Europa. Positivo (+3%) è stato anche l’andamento dei fondi bilanciati mentre con il segno meno, con una perdita limitata comunque allo 0,41%, ha chiuso l’anno il segmento dei fondi obbligazionari sul quale hanno probabilmente influito le incertezze della politica monetaria.

 

Se guardiamo alla raccolta, invece, i risultati sono deludenti. A fine novembre, dove arrivano gli ultimi dati dell’Ania, la nuova produzione dei premi unit-linked si attestava a €1,1 miliardi, in diminuzione del 38,3% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Per le polizze collocate attraverso gli sportelli bancari il calo è stato addirittura del 43,6 per cento. L’anno nero della raccolta, per la verità, non ha colpito soltanto le polizze finanziarie assicurative ma ha coinvolto un po’ tutto il mondo del risparmio gestito. A novembre - attestano i report di Assogestioni - la raccolta netta dei money manager attivi in Italia risultava negativa per € 7 miliardi e dall’inizio dell’anno i deflussi, tra fondi d’investimento e gestioni di portafoglio, avevano raggiunto i € 50 miliardi.

Anche Lombard International Assurance ha subito le conseguenze di questo trend. La società leader in Italia tra le compagnie lussemburghesi aveva chiuso i conti del 2021 con una raccolta record a conferma di una scelta, quella delle polizze unit linked, che da sempre caratterizza il suo modello di business. Anche nell’anno successivo, nonostante le difficoltà congiunturali, la compagnia aveva tenuto le sue posizioni. Nel 2023, invece, la produzione ha risentito del trend di mercato sia pure confermando la solidità e resilienza dei suoi risultati.

Come si spiegano queste dinamiche?

A differenza delle scelte razionali auspicate dal fondatore di Mediolanum, gli investitori sono spesso frenati dalle proprie paure. È “l’avversione alle perdite” di cui parlano anche i postulati della finanza comportamentale e che li spinge a prolungate pause di riflessione dopo una crisi accentuata dei mercati. Non mancano poi considerazioni razionali che nell’anno appena trascorso hanno guidato le loro decisioni. La fase di alti tassi d’interesse ha reso improvvisamente appetibili asset che, nel precedente periodo di tassi ultrabassi, erano stati del tutto abbandonati. Depositi di liquidità, strumenti del mercato monetario, fondi d’investimento a breve termine sono comparsi nuovamente nell’asset allocation dei portafogli, penalizzando alternative a lungo termine. Come si può vedere dalla tabella sopra richiamata sulla performance dei principali asset class nel mondo delle unit-linked, la scelta del breve termine si è rivelata tutt’altro che efficiente sul piano dei risultati finanziari. Ma certamente ha avuto un appealing tra i risparmiatori soprattutto in un contesto geopolitico sempre più complicato, con la guerra a Gaza che a ottobre si è aggiunta a quella in Ucraina, tutt’ora in corso.

In Italia poi la vicenda della crisi di Eurovita, compagnia vita di medie dimensioni, ha contribuito per molti mesi ad accentuare le preoccupazioni dei risparmiatori. La società, attiva nel segmento delle polizze garantite di ramo I, è andata in default costringendo l’Ivass (l’authority del settore assicurativo) a disporne il blocco provvisorio dei riscatti. Ciò che è accaduto, per la verità, non è stato il frutto di un illecito. La garanzia assicurativa offerta su quelle polizze riposava su larghi investimenti in titoli pubblici sui quali si sono generate importanti minusvalenze per effetto dell’impennata dei tassi d’interesse. E così, quando i clienti di Eurovita hanno iniziato a riscattare le polizze per passare ad altri investimenti, quelle minusvalenze potenziali si sono trasformate in perdite effettive e la compagnia è divenuta insolvente. Improvvisamente gli investitori hanno percepito che i prodotti “garantiti” potevano riservare sgradite sorprese.

Queste preoccupazioni hanno lambito l’intero comparto delle polizze vita benché, ad esempio, le unit-linked non sono soggette allo stesso rischio di insolvenza per il semplice fatto che le performance finanziarie riposano interamente sulle spalle degli investitori.

Alla fine, della crisi di Eurovita si sono fatti carico i maggiori gruppi assicurativi del paese, assieme ai gruppi bancari dove quelle polizze erano state collocate. Ma la necessità di disporre comunque per il futuro di una rete di salvaguardia ha spinto il governo ad introdurre, con la Legge di Bilancio 2024, un fondo di garanzia delle polizze vita, finanziato pro quota dalle compagnie.

Fin qui il passato recente.

Il nuovo anno si è aperto con migliori prospettive. L’inflazione è in diminuzione un po’ dappertutto e quindi, nelle stime degli analisti, si va avvicinando il momento di un’inversione della politica monetaria. L’economia , anche in Italia, rimane debole ma i mercati finanziari tendono sempre ad anticipare i nuovi scenari macroeconomici. Salvo ulteriori aggravamenti delle tensioni geopolitiche, il mondo - è anche duro ammetterlo - sta lentamente adattandosi alle guerre in corso trovando, soprattutto sul fronte delle materie prime e dell’energia, aggiustamenti che ne minimizzano le conseguenze. Insomma ci sono tutte le premesse per una ripresa stabile dei mercati finanziari, del risparmio gestito e, al suo interno, della componente rappresentata dalle polizze unit linked.

Lombard International è pienamente fiduciosa di un’evoluzione positiva del suo business caratteristico. Tutti gli sforzi compiuti in questi anni per sviluppare nuove partnership e diversificare la distribuzione sono stati molto positivi. Finanziariamente solida e sostenibile, la compagnia si prepara a beneficiare di un cambio di scenario, ora che il “pendolo di Doris” è sul punto di riprendere progressivamente il proprio rassicurante movimento.